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Giochi invernali del 2030


Nel 2030, le Hautes-Alpes saranno più freestyle che mai


Nelle Alpi francesi, le Alpi del Sud e del Nord si uniscono per creare un affresco originale per dare il benvenuto ai Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali del 2030.

Al centro di questa alleanza, le Hautes-Alpes faranno da scenario a più di venti gare di sci e snowboard freestyle. A Serre Chevalier, la località più grande delle Alpi meridionali, e a Monginevro, la località più antica di Francia, i rider prenderanno il volo e le loro traiettorie si incroceranno sullo sfondo di cime maestose.

Briançon, una cittadella di pietra, sarà l’epicentro vibrante. Il suo Fort des Têtes, Patrimonio dell’Umanitàdell’UNESCO, sarà trasformato in un villaggio olimpico: un crocevia di culture, uno snodo logistico, una fucina di energia.
Al di là della luce che i Giochi getteranno sul dipartimento, l’eredità è immensa. Lasceranno alle Hautes-Alpes progressi concreti in termini di accesso più fluido e di ripensamento della mobilità, in particolare quella ferroviaria. Le Olimpiadi non si limiteranno ad attraversare le montagne: vi metteranno radici, rendendo le Hautes-Alpes non solo un teatro, ma il centro del mondo.

2030,
si avvia verso proporzioni epiche

Nelle Hautes-Alpes, la fiamma non si limiterà a bruciare: incendierà montagne costruite per le prodezze. Serre Chevalierapre l’arena per gli audaci: sci a gobbe, salti acrobatici, big air, i funamboli dell’aria disegneranno traiettorie che rimarranno nella memoria delle piste. Montgenèvre, la decana, tira fuori i pezzi grossi: slopestyle, slalom gigante parallelo, sci di fondo, halfpipe, una montagna russa di stile e coraggio. Briançon, il centro nevralgico e il villaggio olimpico, batterà i tamburi con la sua logistica meticolosa e la sua energia galvanizzata.
Al di là dei podi, si tratta di un’opportunità storica per il dipartimento: infrastrutture innalzate al massimo livello, know-how locale messo sotto i riflettori, giovani che scoprono un orizzonte più grande delle vette. Le Hautes-Alpes non ospiteranno i Giochi: li metteranno in mostra.

Zoom

I grandi campioni delle Alpi

Nelle Hautes-Alpes, la prossima generazione di sciatori guarda già al 2030: Cyprien Sarrazin, con la sua velocità fulminea intatta nonostante la rottura, punta al grande evento sul suolo di casa; Nils Allègre, vincitore della Coppa del Mondo, sta portando la velocità made in Briançon; Nils Alphand, un puro prodotto di Serre Che, si sta attenendo al treno blu e sta giocando la sua carta nella discesa libera; Arthur Bauchet, tre volte campione paralimpico con sede a Briançon, continua ad accumulare globi e a far sognare l’intera valle; Flora Dolci, fondista nata a Briançon, sta spingendo a lungo per riportare lo sci nordico nelle Alpi ai Giochi. È un gruppo ancora in gara, affilato e pronto a trasformare la fortuna olimpica in una messe di emozioni.

Ufficio del Turismo di Serre Chevalier

Un’eredità sportiva

Nelle Hautes-Alpes, l’eredità dei Giochi sta già prendendo forma, con un boom dello sport di alto livello grazie alla modernizzazione delle sedi di gara, a regolari eventi internazionali e a un maggiore sostegno ai club locali e al centro di formazione interregionale. L’influenza dei Giochi sta crescendo grazie alle discipline orientate ai giovani (sci e snowboard freestyle), che sono tra le maggiori attrazioni delle Olimpiadi. Soprattutto, una nuova generazione sta scoprendo gli sport invernali e la montagna: il bacino di talenti si sta rinnovando e ampliando, riscoprendo il piacere di praticare in tutte le stagioni.

Un’eredità
economica

Dal punto di vista economico, l’impatto è tangibile: commesse pubbliche, investimenti privati, copertura mediatica e un effetto a catena sulle valli e sulle località turistiche. L’evento sta anche accelerando le trasformazioni necessarie per affrontare il riscaldamento globale: decarbonizzazione, energie rinnovabili, mobilità ecologica, alloggi e cibo a basso impatto, migliore gestione dei rifiuti, diversificazione delle attività. Ha lasciato un’impronta sociale duratura con la costruzione di alloggi per i lavoratori stagionali e la proprietà della casa, sostenuta in particolare dalla conversione del villaggio olimpico di Briançon. Infine, ma non per questo meno importante, l’eredità della regione è visibile nelle sue infrastrutture, con progressi nelle strade (corsie di sorpasso, tangenziali, strutture ingegneristiche più sicure lungo la N85, la N94 e il Monginevro) e nelle ferrovie (il nodo di Veynes, reti ammodernate, treni regionali e treni notturni), senza dimenticare i percorsi morbidi, la mobilità quotidiana e, nell’area di Briançon, i trasporti esclusivi in diritto di passaggio per fornire collegamenti più veloci, migliori e più puliti.

Fotografie delle Alpi

Aspettative
di discipline aggiuntive

Nelle Hautes-Alpes le ambizioni si stanno già spingendo oltre le corde delle reti di protezione: oltre agli acrobati di Serre Chevalier e Monginevro, il dipartimento potrebbe spalancare le porte ad altri eventi olimpici. Immagina lo sci alpinismo che traccia le sue creste all’alba sulle cime degli Écrins, lo sci freeride che libera le sue linee vergini sui pendii ripidi e il KL di Vars, un razzo umano lanciato contro il tempo. Per le Hautes-Alpes, ospitare queste discipline aggiuntive sarebbe più di un semplice bonus: si tratterebbe di una vincita XXL, che accelererebbe lo slancio infrastrutturale e popolare e dimostrerebbe che le Hautes-Alpes sanno come raggiungere il livello olimpico e rimanerci.

Simon Billy, sciatore di chilometri
Scalpfoto - OT Vars

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