Il rifugio,
, è una destinazione a sé stante.
In origine, un rifugio era “un luogo in cui le persone si ritirano per sfuggire al pericolo o per cercare riparo”. Inizialmente costruiti sui principali passi per i viaggiatori che attraversavano le Alpi, molti sono stati costruiti nella seconda metà del XIX secolo, all’epoca della conquista delle vette e dell’avvento dell’alpinismo moderno.
Nati come rifugi rudimentali, a volte simili a capanne di pastori, con posti letto comuni, i rifugi sono stati rapidamente modernizzati, in sintonia con l’ambiente e con le esigenze di un numero sempre crescente di clienti che volevano soggiornare in un ambiente unico e accogliente.

Guardie del rifugio, guardiani della montagna
“La vetta è solo l’inizio del viaggio” scrisse il primo alpinista a scalare l‘Everest, Edmund Hillary, nel 1953. Forse è un passo verso l’eternità delle vette, guidato da uomini e donne appassionati ed emozionanti, capaci di trasformare un’ora, un giorno o una notte in un rifugio in una parentesi incantata che non si trova da nessun’altra parte. Essere guardiani di un rifugio significa avere uno spiccato senso di condivisione, un’accoglienza calorosa e l’ospitalità che caratterizza la gente di montagna. È una passione per i grandi spazi aperti e per la natura, che è bella, fragile e imprevedibile.

Una montagna di energia
La questione dell’autonomia energetica è fondamentale per i rifugi di montagna, data la loro posizione isolata. Nonostante i vincoli dell’ambiente montano (altitudine, clima, accessibilità), molti rifugi delle Alpi hanno optato per le energie rinnovabili, sfruttando al meglio le risorse naturali che li circondano, nel rispetto dell’ambiente e delle normative. Questo ha portato allo sviluppo di un’ampia gamma di soluzioni tecniche innovative e appropriate, tra cui l’uso del fotovoltaico, dell’energia solare termica, dell’energia eolica e di piccole centrali idroelettriche per produrre acqua calda ed elettricità. Queste soluzioni innovative, unite all’uso di materiali ecologici e a una gestione più efficiente dei rifiuti e delle acque reflue, rendono questi rifugi dei veri e propri piccoli laboratori per la transizione ecologica.

Una destinazione per 4 stagioni
In estate, i rifugi delle Hautes-Alpes si animano al ritmo della vita all’aria aperta. Questa è la stagione dei sentieri d’alta quota e dei valichi a balcone, dove ogni rifugio diventa un punto di sosta caldo e accogliente.
In inverno, quando i larici si ricoprono di neve, i rifugi diventano un rifugio per gli appassionati. Gli sciatori turistici, gli amanti della neve fresca e gli escursionisti con le racchette da neve trovano un rifugio semplice e accogliente.
In primavera e in autunno, le montagne rivelano i loro contrasti più intensi. Queste stagioni di spalla offrono un modo diverso di vivere le montagne: più dolce, più selvaggio e profondamente autentico.

Guida ai rifugi
“Essere guardiano di un rifugio significa adottare un ritmo paradossale durante la stagione: le giornate sono costantemente spezzettate, sempre lunghe e sistematicamente nuove. Significa anche mantenere un fragile equilibrio e adattarsi a un pubblico sempre più esigente senza cadere nelle abitudini della valle. In breve, dobbiamo muoverci velocemente su un terreno accidentato.
Quaderno pratico
- Avant de partir
- Sécurité
- En cas d’accident





